Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Xantcha la ribelle

Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Xantcha la ribelle

“Le memorie di Xantcha descrivono la Phyrexia originale come un meccanismo perfetto, un mondo artificiale dominato dal motto “waste not, want not” che le aveva permesso di sopravvivere per più di cinquemila anni senza commettere alcun errore. La Guerra dei Fratelli segnò la fine di questo primato.” –Lyak, Tessisapere di Vithia

In questo episodio

Negli anni in cui Urza giurava di trovare Phyrexia e distruggerla, anche un’altra creatura era alla ricerca di uno scopo nella vita: Xantcha.

Le origini di Xantcha

Xantcha era un newt phyrexiano, forma base di un futuro agente dormiente, ed era stata creata circa sette decenni dopo la nascita di Urza.

In un mondo meccanico dove concetti come desiderio, indipendenza o individualismo erano inconcepibili e considerati eretici, dove non esistevano sessi e dove solamente gli esseri completati venivano benedetti con un nome scelto dall’Ineffabile, questo newt era un’anomalia su più livelli.

Innanzitutto, la creatura si era data un nome proprio: Xantcha. Poi, quando aveva cominciato la sua educazione phyrexiana a tutti gli effetti, aveva anche combattuto la disciplina imposta dai sacerdoti delle vasche.

Il desiderio di Xantcha

La ribellione e l’eresia, tuttavia, non erano sempre state parte della creatura. All’inizio, essa aveva seguito i dettami dei sacerdoti delle vasche. Quando questi avevano inserito nella sua “vita” un newt a lei identico, la creatura aveva conosciuto una seconda Xantcha. Essa apparteneva ad un’altra squadra, ma presto le due svilupparono un rapporto che la lingua phyrexiana non poteva neppure descrivere. Le due Xantcha parlavano tra loro, infrangevano le regole e si erano ribellate attivamente quando avevano scelto di comune accordo di cambiare il proprio aspetto fisico tagliandosi i capelli[1].

Questo gesto, purtroppo, aveva attirato su di loro le attenzioni di un individuo particolare. Si trattava di Gix, il primo phyrexiano ad avere un nome proprio che le due avessero mai incontrato. Venuto a conoscenza dell’eresia attuata dalle due Xantcha, il Pretore aveva riportato l’ordine. Egli traumatizzò l’altro newt e nominò ufficialmente Xantcha l’unico e solo newt phyrexiano con quel nome. Infine, in un gesto definibile quasi come una violenza psichica, Gix era penetrato nella mente di Xantcha. Lì, però, era stato sorpreso e scacciato dalla forza di volontà di quel newt. Xantcha riuscì a scivolare via dalla presa di Gix, creando una seconda sé stessa dentro la sua mente, una versione di sé libera dal giogo del pretore phyrexiano.

Tale atto avrebbe dovuto costarle la “vita”, ma qualcosa aveva spinto il pretore a desistere. Sebbene la newt non lo sapesse, infatti, il portale con Dominaria era stato riaperto e l’Ineffabile aveva richiamato a sé il suo braccio destro.


[1] Può sembrare un gesto innocuo, ma su Phyrexia ai newt era assolutamente vietato alterare il proprio corpo. Solo i sacerdoti delle vasche potevano farlo e comunque solo dopo aver ottenuto il permesso dall’Ineffabile in persona. C’è inoltre da considerare anche il fatto che per tagliarsi i capelli, l’altra Xantcha li ha letteralmente immersi nell’acido.

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