Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Mishra redivivo

Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Mishra redivivo

“Per tutta Dominaria, Mishra è un mostro, la rappresentazione del lato oscuro dell’artificio. Urza, invece, è un eroe, colui che usa la tecnologia nel modo giusto, per proteggere. Basta pochissimo, però, per confutare queste tesi. Come Mishra, anche Urza ha compiuto azioni mostruose, sia durante che dopo la Guerra dei Fratelli.” –Lyak, Tessisapere di Vithia

In questo episodio

Dopo aver trovato un nuovo Mishra che possa far rinsavire Urza, Xantcha e il planeswalker proseguono la loro lotta a Phyrexia.

Il ritorno di Mishra

Il piano di Xantcha per far rinsavire Urza funzionò…in parte. La phyrexiana acquistò uno schiavo[1] diciottenne di nome Ratepe che conosceva la storia di Urza e Mishra piuttosto bene per gli standard dei dominariani della sua epoca. Xantcha gli spiegò quindi quale sarebbe stato il suo ruolo, rivelandogli la verità su sé stessa, su Phyrexia e sul planeswalker.

Da poco collaborativo, durante il viaggio verso la casa dove si erano stabiliti Xantcha e Urza, Ratepe si interessò a poco a poco alla situazione, fino a decidere di aiutare la phyrexiana. D’altronde, se Dominaria era davvero in pericolo, scappare o rifiutarsi di spacciarsi per Mishra non avrebbe migliorato la sua situazione.

All’arrivo di Xantcha accompagnata da un giovane così simile a suo fratello, Urza ebbe una reazione assolutamente inaspettata: invadere la mente di Rat per cercare i suoi ricordi su ciò che era avvenuto durante Guerra dei Fratelli.

Inganni e confusione

Non trovando però ciò che cercava, Urza giunse alla conclusione di trovarsi di fronte ad un Mishra proveniente dal passato richiamato da un artefatto che il planeswalker aveva costruito nel tentativo di tornare indietro per rivedere suo fratello[2]. Quello, Urza ne era convinto, sarebbe stato il primo di una lunga serie di Mishra, alla fine della quale si celava la soluzione al suo problema.

Di fronte al povero Ratepe devastato da quell’intrusione mentale, Xantcha rivelò a Urza la verità. Tuttavia, il planeswalker rifiutò di crederle, preferendo invece rivolgersi al ragazzo come ad un avatar di suo fratello, uno spirito fatto carne. Mentre i due discutevano e la conversazione si spostava su quanto Xantcha si potesse fidare delle parole scritte da Kayla ne la Guerra delle Antichità, Rat si riprese e una volta rialzatosi, volle dire la sua. Sempre affermando di parlare per conto di Mishra, Ratepe disse che la Regina non gli aveva mai veramente offerto il suo corpo e che Harbin poteva essere tranquillamente il vero figlio di Urza.

Non solo: il giovane raccontò al planeswalker ciò che nessun altro poteva sapere, rivelando dettagli sulla Pietra dell’Indebolimento e sull’originale scopo di quella pietra e di quella del “fratello”. Successivamente, Rat avrebbe spiegato a Xantcha di aver comunicato con la Pietra quando Urza era entrato nella sua mente. Da quel momento fino alla fine del suo “inganno”, Ratepe avrebbe continuato a comunicare con la pietra[3].

Il nuovo piano di Urza

Nel corso dell’anno successivo, Urza ritrovò la giusta concentrazione per lavorare ad un progetto atto a rivelare la presenza di tutti gli agenti dormienti phyrexiani presenti su Dominaria. Il planeswalker realizzò infatti ragni meccanici carichi di mana bianco, in grado di emettere suoni particolari. Tali suoni avrebbero quindi letteralmente bollito l’Olio nei corpi degli Agenti Dormienti, facendoli esplodere dall’interno.

Xantcha sarebbe stata al sicuro grazie all’armatura/ciste che Urza le aveva fatto ingerire molto tempo prima e con un paio di tappi per le orecchie fatti di cera. Inoltre, nessuna creatura organica avrebbe riportato più danni di una momentanea sordità causata dal forte rumore.


[1] Qui c’è un dettaglio importante che, almeno un tempo, veniva omesso dai trattati storici: Ratepe non è nato schiavo. Prima di vivere i tragici eventi che lo hanno poi portato da Xantcha, Rat aveva un’istruzione, delle ambizioni, una cultura e le possibilità di diventare qualcuno. Suo padre, Mideah, era addirittura uno studioso e la sua famiglia era piuttosto benestante, sebbene priva di titoli nobiliari! E sì, in diverse fonti lo chiamano anche Rat.

[2] Povero, sciocco Urza che non ha pensato di cercare un mago temporale o le ossa di uno spirito drago come avrebbe fatto Sarkhan Vol molto tempo dopo.

[3] Ho interpretato la comunicazione come una sorta di connessione con l’anima di Glacian, il suo microscopico residuo di coscienza rimasto legato alla pietra che sua moglie aveva usato per esiliare Yawgmoth. Palesemente si tratta di un dettaglio che ha assunto valore solo se si conosce la storia dell’artefice e del medico suo rivale. Tuttavia è uno di quegli sviluppi che fanno bene alla storia, aggiungendo spiegazioni postume su un dettaglio poco chiaro. C’era bisogno di questa mia spiegazione? No, bastava immaginare la Weakstone come qualcosa di cosciente. Dopotutto era un pezzo di una pietra che è sempre stata speciale! Tuttavia, dato che si incastra così bene nel mosaico delle nostre conoscenze sule Pietre del Potere…perché lasciarlo da parte?

Ne vuoi ancora?

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