Phyrexia: storia di un incubo meccanico. La guerra di K’rrik

Phyrexia: storia di un incubo meccanico. La guerra di K’rrik

“K’rrik dimostrò al Multiverso il pericolo più grande rappresentato da Phyrexia: la capacità dell’Olio cambiare, evolversi e adattarsi ad ogni circostanza. Col senno di poi, l’ascesa di una Nuova Phyrexia era abbastanza prevedibile.” –Lyak, Tessisapere di Vithia.

In questo episodio

Fallito il suo tentativo di distruggere K’rrik, Urza viaggia nel Multiverso e su Dominaria alla ricerca di vecchi e nuovi alleati.

L’alleanza contro K’rrik

Per far fronte alla crisi di Pietre del Potere, Urza partì per Shiv, dove si trovavano i resti di un Mana Rig risalente ai tempi dell’Impero Thran. Convinto di poter usare quella antica fabbrica per forgiare nuovo metallo Thran, Urza scoprì di poter fare molto di più quando Jhoira e Teferi (liberato dalla ex compagna di studi dalla zona rallenta tempo nella quale era finito dopo il Disastro) scoprirono i goblin che si nascondevano nel Rig e la loro capacità di creare nuove Pietre del Potere.

Urza, Jhoira, Karn e Teferi stabilirono quindi un’alleanza con i locali, tra i quali figuravano i draghi Gherridarigaaz e suo figlio Darigaaz e ottennero la possibilità di produrre metallo thran e Pietre del Potere in cambio della condivisione dei propri progetti e delle conoscenze necessarie a portare avanti la struttura.

Il Trattato di Seme del Vento e l’attacco di K’rrik

A quel punto, mentre K’rrik conduceva esperimenti per capire i limiti della sua “prigione”, Urza raggiunse la foresta di Yavimaya, il luogo dove sperava di ottenere il materiale organico necessario alla costruzione del suo progetto: la Nave Volante Cavalcavento.
Yavimaya, però ricordava bene chi fosse Urza, che cosa avesse fatto a Terisiare e soprattutto ad Argoth, e Multani, Stregone Maro e protettore della foresta, decise di fargliela pagare, imprigionandolo in un albero e obbligandolo a rivivere il dolore di Titania e della terra che lui aveva distrutto.
Fu solo grazie alla fuga di K’rrik e al richiamo prolungato e insistente di Barrin, che Urza poté liberarsi dall’incantesimo e tornare a Tolaria.

Multani seguì involontariamente Urza fin dentro la voragine di K’rrik, ma una volta resosi conto di cosa fosse la minaccia che Urza si era ripromesso di contrastare, decise di donare al planeswalker la forza necessaria per reagire agli attacchi del phyrexiano, auto proclamatosi Figlio di Yawgmoth. Phyrexia era sconfitta, e per suggellare l’alleanza con la foresta, Multani donò a Urza il Seme del Vento, dal quale far crescere lo scafo della futura Cavalcavento.

Dopo K’rrik: ritorno sul Reame di Serra

Quando la nave fu pronta, però, Urza si ritrovò con la necessità di caricare il motore che le avrebbe permesso di volare e persino di viaggiare tra i piani. Fu allora che si ricordò del Reame di Serra e del fatto che, a causa sua, gli abitanti stavano affrontando un’invasione phyrexiana in piena regola. Quando Urza raggiunse il Reame, lo trovò invece devastato da una guerra civile. Corse quindi da Radiant, leader angelica del Reame proclamata da Serra in persona, per chiedere spiegazioni. L’angelo rivelò che i phyrexiani si erano infiltrati nel Reame e che i suoi adepti stavano dando la caccia agli esseri umani e a tutti coloro che si rifiutavano di obbedire ai suoi ordini, bollandoli come agenti dormienti.

Urza chiese allora di poter condurre i sopravvissuti su Dominaria e quando Radiant rifiutò, il planeswalker comprese di non poter aspettare il suo permesso. Negli anni a Tolaria, aveva imparato ad essere più empatico e non aveva intenzione di abbandonare i serrani a morire nella Cieca Eternità mentre il loro piano si stringeva su di loro.

La fine del Reame

Il planeswalker radunò quindi un primo equipaggio per la nuovissima Cavalcavento e lo condusse sul Reame. Quando i sopravvissuti furono caricati a bordo, la Cavalcavento fu attaccata dal braccio destro di Radiant, divenuto un vero e proprio mostro biomeccanico di dimensioni enormi. Costui si era infatti premurato di accelerare la distruzione del Reame, in modo da utilizzare il mana bianco dei suoi abitanti come vera e propria batteria da portare su Phyrexia.

Grazie al sacrificio di Gherridarigaaz, e alla prontezza di Barrin che condusse la Cavalcavento a trafiggere il corpo del phyrexiano, l’agente dell’Ineffabile fu sconfitto. Di lì a poco, anche Radiant, che nel frattempo aveva sopraffatto Urza in duello, avrebbe fatto la stessa fine. Dopo aver strappato le Pietre del Potere dalle orbite del planeswalker, Radiant ebbe infatti la pessima idea di riunirle, scatenando un’esplosione di mana che la consumò all’istante. Urza riuscì poi a caricare la Pietra del Potere[1] che era nel motore della Cavalcavento, salvando i suoi alleati e tornando a casa con una nave in grado di viaggiare per Dominaria e nel Multiverso.

Note

[1] La stessa Pietra del Potere che poi sarebbe sopravvissuta fino ai nostri giorni, trattenendo dentro di sé il potere del Reame e un frammento del potere e della volontà di Serra stessa. Sì, è proprio quella di Elspeth.

Letture consigliate

Time streams, di Robert J. King (ENG)

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