Phyrexia: storia di un incubo meccanico. I primi anni di Tolaria

Phyrexia: storia di un incubo meccanico. I primi anni di Tolaria

“Tolaria era speciale a causa delle storie personali dei suoi fondatori Urza e Barrin. Tuttavia, senza le conoscenze arcane ottenute nei millenni precedenti, non sarebbe riuscita a diventare l’accademia più famosa di Dominaria.” –Lyak, Tessisapere di Vithia

In questo episodio

Urza si ritira sulla remota isola di Tolaria e fonda un’Accademia per lo studio della magia temporale e dell’artificio. Neppure lì, però, riuscirà a tenersi lontano dai guai.

L’Accademia di Tolaria

Dopo la morte di Gix, Urza aveva compreso che Phyrexia era tutto fuorché sconfitta. Inoltre, il suo piano di tornare indietro nel tempo aveva bisogno di studi ben più approfonditi di quelli condotti fino ad allora. Urza fondò quindi una accademia dove radunare tutti i giovani prodigi di quell’epoca.

L’anno era il 3285 A.R. e la località sarebbe diventata una leggenda: la remota isola di Tolaria. Urza non spiegò agli studenti e ai professori a cosa servisse la scuola. Si limitò a rivelare la verità solamente al suo fido braccio destro: Barrin. Neppure Karn, “figlio” meccanico di Urza dotato di raziocinio ed emozioni grazie al Cuore di Xantcha nella sua testa, sapeva esattamente cosa volesse fare Urza nel corso degli esperimenti temporali durante i quali lo spediva indietro nel tempo[1].

Una sera, la diciottenne Jhoira salvò un naufrago di nome Kerrick, unico giovane uomo in una accademia di vecchi e ragazzini immaturi. L’artefice in erba nascose a tutti la sua presenza, ben sapendo che a Tolaria non erano ammessi estranei.

Sia Karn che Teferi scoprirono l’esistenza dell’uomo, ma entrambi tacquero. Il mago temporale, all’epoca quattordicenne, avrebbe persino rischiato di passare dei guai, se Kerrick non avesse gettato la maschera rivelandosi come K’rrik, Agente Dormiente Phyrexiano.

Il Disastro di Tolaria

Dopo aver richiamato le truppe phyrexiane, K’rrik massacrò quasi tutti i tolariani, con l’eccezione di Urza e Karn. Fu proprio il planeswalker a convincere il golem ad entrare nella macchina del tempo, tornare indietro e fermare K’rrik prima che potesse massacrare Barrin, figura fondamentale per i piani dell’artefice.

Karn, disposto a tutto pur di salvare Jhoira, obbedì, schiacciò K’rrik spezzandogli le gambe e avvisò tutti del pericolo. Una volta tornato nel presente, però, Karn non riuscì ad impedire il sovraccarico della macchina che Urza usava per spedirlo indietro nel tempo, che esplose distruggendo l’Accademia.

Urza salvò Barrin e altri studiosi importanti trasformandoli in pietra e spostandoli su un altro piano, ma ormai Tolaria era diventata un’isola maledetta e per dieci anni, nessuno mise più piede sulle sue spiagge. Quando Urza decise di ritornare per rimettere insieme i pezzi, trovò ad aspettarlo il suo passato.

La Nuova Tolaria

Jhoira e un gruppo di ex studenti della prima Tolaria erano sopravvissuti, e assieme a loro, anche K’rrik aveva fatto lo stesso. Dopo l’incidente, l’isola si era riempita di zone di tempo alterato. In luoghi all’interno dei quali un minuto passava in un anno e altri in cui un anno passava in un minuto.

Urza si mise quindi subito all’opera per distruggere le forze phyrexiane guidate da K’rrik, le quali erano intrappolate in una zona di tempo accelerato. Questi, avendo a disposizione dieci volte il tempo dei tolariani per prepararsi, sapeva che presto o tardi avrebbe trovato il modo per uscire senza problemi.

K’rrik sfida Tolaria

Sfortunatamente il piano di Urza di bombardare la voragine nella quale erano sprofondati K’rrik e i suoi, si rivelò fallimentare. Non avendo facile visuale, le macchine volanti di Urza scesero di quota, trovandosi però ad affrontare le balliste che K’rrik aveva fatto installare sulla cima di apposite torri.

Urza stesso cadde nella voragine, sopravvivendo solo grazie alle sue capacità di planeswalker. Si trovò così alla mercé di K’rrik, ben felice di poterlo torturare ed impedirgli di trovare la concentrazione per ricostituire il proprio corpo (parzialmente consumato dall’accelerazione temporale improvvisa) e viaggiare fuori dalla voragine. Fortunatamente, la lenta caduta di Urza e la sua fuga nelle profondità di quella quasi-Nuova Phyrexia, diedero a Karn il tempo di arrivare in fondo e recuperare il suo creatore. Purtroppo, i due dovettero lasciare a K’rrik una notevole quantità di Pietre del Potere e metallo da usare per i suoi scopi.


Note

[1] Per non allungare troppo il brodo, scrivo qualche dettaglio nelle note. Urza utilizzava Karn come “viaggiatore temporale” perché si era reso conto che il materiale organico non poteva fisicamente spostarsi indietro o avanti nel tempo usando la sua macchina, altrimenti il calore emesso dall’artefatto lo avrebbe carbonizzato nel giro di pochi minuti.

D’altro canto, neanche lui, che pure era un planeswalker, poteva fare lo stesso, dato che, per mantenere insieme la sua mente e la sua identità, aveva comunque bisogno di un corpo fisico, qualcosa con il quale potersi ancorare alla realtà, oltre ovviamente alla concentrazione necessaria per rigenerarsi in continuazione sarebbe stata troppa. Karn invece, era piuttosto resistente al calore intenso e comunque Urza si era reso conto fin da subito che, prima o poi, la sua macchina si sarebbe surriscaldata troppo e sarebbe potuta esplodere. Più indietro tornava Karn, maggiore era il calore emanato dalla macchina, e per questo nessuno ha mai osato spedire il golem più indietro di qualche ora.

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