Phyrexia: storia di un incubo meccanico. La nascita di Mirrodin

Phyrexia: storia di un incubo meccanico. La nascita di Mirrodin

“Mirrodin è un mondo ricco di misteri. L’esistenza degli Ur-golem, il legame tra l’Olio Scintillante e il Mephidross, le date più importanti della sua storia, sono ancora oggi i tre argomenti principali sui quali gli studiosi si interrogano. Dopo lo Scambio con Zhalfir, sembra che tali misteri siano destinati a non trovare mai una soluzione.” –Lyak, Tessisapere di Vithia

In questo episodio

Dopo che Memnarch trasforma Argentum in Mirrodin, un’elfa comincia un viaggio alla scoperta del proprio mondo.

La solitudine del Guardiano di Mirrodin

Terrorizzato dall’idea di trovarsi su una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, e orripilato dall’idea che i micosinti potessero contaminare la perfezione di Argentum, Memnarch dedicò la sua esistenza al tentativo di trovare qualcuno che potesse riportare a casa Karn e salvare il piano. Fu così che il Guardiano realizzò la trasformazione di Argentum in Mirrodin, modificandone l’ecosistema per imitare quello dei mondi naturali ed ospitare creature organiche. Dal Nulla Scintillante, Memnarch realizzò i Campi Taglienti, il Mare di Mercurio, il Mephidross, la Catena di Oxidda e il Groviglio, e dopo aver forse costruito e sterminato una società di golem, ripopolò Mirrodin con creature organiche rapite da altri mondi.

Nell’attesa che i suoi piani andassero in porto, il Guardiano si nascose poi nel sottosuolo di Mirrodin, nella gigantesca cavità sotterranea dove galleggiava il Nucleo del piano. Lì, iniziò la sua campagna contro i micosinti, utilizzando il misterioso Siero di Lampidotteri per amplificare la propria consapevolezza e le proprie capacità intellettive, andando tuttavia a intensificare la propria follia.

Le cose peggiorarono ulteriormente quando il Nucleo iniziò a mostrare i primi segni di cedimento. Dovendosi adattare alla presenza dei nuovi esseri organici e delle loro magie, il Nucleo espulse una sfera di mana bianco che si lanciò verso il cielo, realizzando un tunnel che venne successivamente chiamato Lacuna dai popoli locali. Il Nucleo si riprese presto da questo evento, ristabilizzandosi nel giro di qualche giorno, ma presto dovette nuovamente sfogare il mana blu in eccesso di cui nel frattempo si era caricato.
In altre due occasioni, nel corso di circa un secolo, il Nucleo espulse altre due sfere cariche di mana rosso e nero che andarono a posizionarsi in orbita attorno al piano, aprendo altrettanto Lacune che gli abitanti organici di Mirrodin cominciarono a considerare sacre.

Viaggio attorno a Mirrodin

Nel 4.395 AR, ormai la situazione su Mirrodin era divenuta insostenibile per Memnarch. I Micosinti avevano invaso l’intero livello del Nucleo, contaminando e trasformando il corpo dello stesso Guardiano in un orribile miscuglio di materia organica e argento. Il Siero di Lampidotteri stava ormai cominciando a scarseggiare e il Nucleo stava per esplodere una quinta volta.
Quello, però, fu anche l’anno in cui ebbe inizio la guerra tra Memnarch e i proto-mirran. Quando si rese conto che la guerriera elfica Glissa Sunseeker possedeva la scintilla che cercava, Memnarch inviò infatti suoi Livellatori a catturarla, come faceva ogni volta che un guerriero del Groviglio o degli altri luoghi di Mirrodin si rivelava particolarmente promettente.

Quando i livellatori arrivarono, però, scoprirono che Glissa era stata portata via dai troll, i quali volevano salvarla per educarla e renderla l’eroina che avrebbe sconfitto il Guardiano. Commisero però l’errore di non spiegare nulla all’elfa, che per tutta risposta fuggì dalle loro grinfie, per finire catturata dai Livellatori.
In compagnia di Slobad, un artefice goblin in esilio, Glissa intraprese un viaggio attorno al mondo per scoprire chi avesse organizzato l’attacco che era costato la vita ai suoi genitori. I suoi viaggi la portarono a Taj Nar a conoscere il kha leonid Raksha, il Cucciolo d’Oro; a Ish-Sah, la Volta dei Sussurri del Mephidross, dove affrontò il diabolico necromante Geth e quasi uccise il suo vampiro domestico; a Kuldotha, la Grande Fornace, dove scoprì che il suo mondo era cavo e che le Lacune erano veri e propri passaggi per raggiungere i domini del Guardiano; e infine a Lumengrid, la capitale di quei vedalken che durante tutto il viaggio le erano stati alle calcagna.

La Quinta Alba di Mirrodin

Glissa e i suoi compagni Bosh, Bruenna e Slobad si immersero nella pozza della Conoscenza, luogo sacro dei vedalken situato proprio sulla Lacuna Blu e scesero fin nelle profondità di Mirrodin, dove furono costretti a fuggire quando Memnarch inviò il suo fido braccio destro Malil a catturarli.
In fuga da Malil, il gruppo di eroi riprese a viaggiare, stavolta per recuperare gli artefatti di Kaldra che, secondo i troll di Tel-Jilad, avrebbero evocato un avatar in grado di combattere e sconfiggere Memnarch. Ma quando Glissa e i suoi arrivarono di fronte alla Fortezza di Darksteel, il Guardiano portò l’avatar di Kaldra dalla sua parte e lo lanciò all’inseguimento di Glissa. Per raggiungere l’elfa, Kaldra distrusse Bosh e portò morte e devastazione in tutto il Groviglio, sterminando i troll e obbligando infine Glissa ad attingere al mana verde per lanciare un incantesimo di enorme portata. Ancora una volta, il Nucleo reagì all’utilizzo di quel mana ed espulse il Sole Verde, che nel suo tragitto verso il cielo, consumò completamente l’avatar di Kaldra, rendendo oggetti inanimati i suoi artefatti, permettendo a Glissa di sopravvivere e continuare la sua campagna di vendetta.

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Approfondimento su La Città delle Ombre: Introducendo: da dove partire per leggere la lore di magic dalle fonti?
Episodio precedente: Phyrexia, storia di un incubo meccanico. Dal Mirari a Memnarch
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