Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Ritorno su Dominaria

Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Ritorno su Dominaria

“Il rapporto tra Gix e Xantcha rappresenta perfettamente il fallimento di Yawgmoth. L’incapacità del Pretore di comprendere i valori della libertà, dell’individualismo e del pensiero indipendente, è stata la causa della ribellione di Xantcha, e possibilmente di tanti altri newt dei quali la Storia, di Dominaria e del Multiverso, non ha tenuto traccia. Le loro azioni dovrebbero essere un monito per chiunque voglia guidare Phyrexia, eppure Elesh Norn non ha affatto imparato dal passato.” –Lyak, Tessisapere di Vithia

In questo episodio

Dopo aver abbandonato il Reame di Serra, Urza e Xantcha viaggiano nel Multiverso in attesa di poter tornare su Dominaria.

Andata e ritorno dai confini del Multiverso

Una volta giunti finalmente su Equilor, però, i due compagni passarono molto tempo separati. Urza viveva nelle montagne con gli spiriti degli antichi abitanti del piano, beandosi delle loro conoscenze e trovando finalmente delle menti affini.

Xantcha, invece, si trovò a vivere tra i mortali, senza però riuscire a godersi effettivamente la ritrovata pace. Prima o poi Phyrexia avrebbe raggiunto anche quel piano, e quando fosse accaduto, Urza sarebbe stato troppo occupato ad ascoltare i deliri di gente morta da millenni. Non solo: Equilor era perlopiù disabitato, e le uniche persone con cui viveva, erano un gruppo di altri planeswalker, i quali contavano di ripartire presto.

Fortunatamente, venne il giorno in cui finalmente la presenza dell’artefice fu di troppo persino per alcuni degli spiriti e i due compagni furono costretti ad andarsene, non prima di aver ottenuto due informazioni estremamente importanti: Yawgmoth non aveva creato Phyrexia come Serra aveva supposto e ora che il Frammento dei Dodici Mondi era infranto, Dominaria era riapparsa.

Finalmente Dominaria

Tornati su Dominaria, Urza e Xantcha si stabilirono nelle isole di Terisiare, ma fin da subito, il ricordo di suo fratello e il senso di colpa per aver posto fine alla sua vita cominciarono a divorare la sanità mentale del planeswalker, rendendolo distratto, irascibile e incapace di focalizzarsi sulla missione di ricerca ed eliminazione di possibili agenti dormienti phyrexiani.

Tanto Xantcha quanto Urza erano certi che Phyrexia sarebbe tornata all’attacco per provare a conquistare Dominaria, ma erano anche altrettanto sicuri che i seguaci di Yawgmoth avrebbero cercato di dividere le nazioni del piano e indebolirle prima di invadere davvero.

Nel tentativo di comprendere meglio la mente indecifrabile di quello che ormai da millenni era il suo compagno di viaggio, Xantcha recuperò svariate copie della Guerra delle Antichità, miracolosamente scampate alle purghe della Chiesa di Tal. Fu allora che ebbe un’idea per risolvere la situazione: Kayla Bin Kroog descriveva piuttosto bene il fisico e il carattere di Mishra, e se lei fosse riuscita a trovare un individuo simile al fratello sconfitto, avrebbe potuto utilizzarlo per ingannare[1] Urza e farlo rinsavire.


[1] Naturalmente Xantcha non si aspettava di poter spacciare una persona per il vero Mishra redivivo, ma sperava che la presenza di qualcuno istruito per svolgere quel ruolo, potesse almeno aiutare Urza a mettere da parte il trauma e a concentrarsi sulla loro missione.

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Episodio precedente: Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Il Reame di Serra
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