Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Viaggio all’interno della Fortezza

Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Viaggio all’interno della Fortezza

“La Fortezza non è solo il simbolo delle cicatrici che Phyrexia ha lasciato su Dominaria, né tantomeno una semplice arma per dominare Urborg; è una vera e propria finestra sul passato. Riattivarla anche solo in parte, significa riportare alla luce secoli di storia Phyrexiana!” –Lyak, Tessisapere di Vithia

In questo episodio

Una volta riparata la Cavalcavento, Gerrard e i suoi partono per la misteriosa e terribile Fortezza di Volrath.

Verso la Fortezza

Una volta lasciato Ertai a tenere aperto il Portale Instabile e garantire così la fuga della Cavalcavento, Gerrard, Hanna, Orim, Squee, Starke, Mirri e Crovax partirono per la Fortezza di Volrath, conducendo la nave volante nei condotti di ventilazione sotterranei. Dato che Volrath si aspettava certamente un attacco frontale, la Cavalcavento sarebbe invece passata dai sotterranei della Fortezza, infiltrandosi al suo interno per poi esplorarla alla ricerca dei loro compagni rapiti. Salutati quindi Eladamri e l’Oracolo, Gerrard e i suoi intrapresero il loro viaggio più famoso, ignari di ciò che avrebbero trovato all’interno della Fortezza di Volrath.

All’interno dei sotterranei, la Cavalcavento e il suo equipaggio si trovarono faccia a faccia con il primo ostacolo preparato dall’Evincaro: i tramutanti, creature in grado di condividere istantaneamente caratteristiche fisiche e magiche. Fu Hanna, la figlia di Barrin, la prima a comprendere per prima la forza dei tramutanti, la quale avvertì immediatamente i suoi compagni, suggerendo loro di separare gli avversari per riuscire a sconfiggerli.

I sotterranei della Fortezza

Sebbene con difficoltà, l’equipaggio riuscì nell’impresa, ma una volta superata la minaccia dei tramutanti, la Cavalcavento dovette attraversare le incandescenti Fornaci di Rath, un inferno bollente dove scariche di mana attraversavano l’aria resa rovente dai fiumi di Mutaroccia fusa che scorrevano al di sotto.

Secondo alcune delle fonti che si utilizzano per ricostruire questa storia[1], furono Hanna o Orim a trovare una soluzione: mentre infatti la Cavalcavento e il suo equipaggio cominciavano a bruciare e Orim si trova bersagliata da fulmini e lapilli ogni volta che usava il mana bianco, la navigatrice o la guaritrice posizionarono un parafulmine sulla prua della nave, in maniera tale da attirare verso quel punto le scariche della Fornace.

La Cavalcavento poté così addentrarsi nelle segrete della Fortezza, gli Abissi della Morte di Rath, un luogo oscuro pieno di cadaveri immersi in una disgustosa fanghiglia. Al passaggio della Nave Volante, la fanghiglia si animò, producendo un’onda gigantesca che lasciò sullo scafo della Cavalcavento un numeroso gruppo di carognette.

Ancora una volta, qui le fonti divergono[2]: non è chiaro se sia stata Orim a salvare la situazione quando, concentrando i suoi poteri su Gerrard, la guaritrice intonò una preghiera che permise all’eroico benaliano di affrontare senza paura le carognette, o se invece sia stato proprio Squee, che mentre veniva attaccato da una delle creature, scoprì che il Giocattolo che teneva sempre con sé possedeva un misterioso potere in grado di allontanare i mostri.

I prigionieri della Fortezza

Una volta lasciatasi alle spalle gli Abissi della Morte, la Cavalcavento riuscì finalmente ad arrivare all’interno della Fortezza e a fermarsi accanto ad una balconata, difesa soltanto da una sfortunata guardia che, grazie alla tempestiva reazione di Mirri, non ebbe nemmeno il tempo di dare l’allarme. Orim rimase a bordo per proteggere Squee e Hanna e curare i feriti di cui la Storia ha dimenticato i nomi, mentre i tre guerrieri del gruppo principale si lasciarono guidare da Starke attraverso i corridoi del quartier generale di Volrath, diretti verso le sue Aule dei Sogni.

Dopo essersi scontrati con un Ponte Intrappolante che per poco non divorò Gerrard, con un mutaforma di Volrath che assunse l’aspetto di Sisay e dopo aver scoperto in una stanza una mappa olografica di Dominaria compresa di punti di interesse da attaccare nel contesto di una futura invasione, il quartetto raggiunse finalmente i due compagni catturati: Tahngarth (che era stato scoperto a bordo della Predatrice e catturato dopo uno scontro con Greven) e Karn.

Karn, dopo aver raccontato del suo voto di pacifismo, era stato messo da Vuel all’interno di una stanza dal pavimento inclinato riempita di mogg, la maggior parte dei quali erano quindi stati inavvertitamente schiacciati dal suo peso nel corso dei suoi tentativi di non cadere; Tahngarth, invece, aveva subito un’orrenda e dolorosa mutazione che aveva causato la perdita del suo pelo e la distorsione delle sue corna.

Scontro nelle sale della Fortezza

Mentre Karn recuperava i pezzi dell’Eredità dalla Regina dei Tramutanti spiegandole che per lui quegli artefatti avevano lo stesso valore che per lei avevano i suoi “cuccioli”, il resto del gruppo tornò verso la Cavalcavento, dove però trovarono Selenia ad attenderli. Crovax si fece immediatamente avanti per affrontare la persona che un tempo aveva amato, ma Selenia non era affatto un avversario semplice e per impedirle di colpire il suo compagno, Mirri si lanciò tra lei e Crovax, procurandosi un taglio profondo sul petto ma permettendo all’urborgiano di colpire l’angelo, uccidendolo ed attivando così la sua maledizione.

Starke e Gerrard rimasero così gli unici due in grado di poter continuare la missione e una volta raggiunti i Giardini della Fortezza, l’eroe di Benalia si arrampicò su un muro scorrevole preparandosi ad affrontare la sua nemesi una volta arrivato in cima.

Note

[1] Qui siamo di fronte ad uno dei tanti esempi di incoerenza tra arte e letteratura. Nell’opera pittorica Havoc e dalla descrizione che la accompagna, ci viene narrato che è Orim a posizionare la sbarra di metallo sulla prua della Cavalcavento; nell’opera letteraria “Rath and Storm” dedicata a questa parte della storia, tuttavia, si parla di un misterioso bibliotecario che secondo alcuni sarebbe un Ertai proveniente da un futuro alternativo e che racconterebbe una storia diversa: secondo, lui, infatti, sarebbe stata Hanna a portare a termine questo compito. Ora, considerato che il bibliotecario, appunto, dovrebbe essere Ertai che ricorda un evento al quale, secondo tutte le fonti, lui nemmeno era presente, possiamo immaginare che semplicemente abbia raccontato una diversa versione della storia, sembra più plausibile ritenere che Havoc racconti ciò che è effettivamente accaduto (sebbene la decisione finale su chi credere spetti al lettore).

[2] Questa parte di storia è qualcosa di unico. Le memorie di Squee raccontano di come il goblin abbia “evocato” il potere del suo giocattolo quando i mostri hanno aggredito Gerrard; l’opera pittorica “Orim’s Prayer”, tuttavia, sembra raccontarci che invece sarebbe stata Orim a difendere Gerrard; infine, nell’opera letteraria “Rath and Storm”, il bibliotecario Ertai del futuro sposa la teoria di Squee. La teoria più probabile è che i due avvenimenti siano avvenuti in contemporanea.

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Approfondimento su La Città delle Ombre: Esplorando Rath #3: Cielsudario e Morteacque
Episodio precedente: Phyrexia: storia di un incubo meccanico. La sfida della Predatrice
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